Villa Mazzucchelli

Via Giammaria Mazzucchelli,2
25080 Ciliverghe di Mazzano – Brescia (Italy)
Tel: +39.030.212.421
Fax: +39.030.2072014
email: info@villamazzucchelli.it
www.villamazzucchelli.it


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I Mazzuchelli furono tra Sei e Settecento una delle più importanti famiglie bresciane. Nonostante appartenesse alla nobiltà almeno sin dalla fine del Cinquecento e che discendenti di eroica fama abbiano connesso il proprio nome a vicende storiche che vanno ben oltre i limiti cronologici qui considerati, è proprio nel pieno Settecento che la casata conobbe il periodo di massimo splendore. Di esso furono protagonisti Federico (1672-1746) e il figlio Giammaria (1707-1765). Con i suoi espliciti richiami neopalladiani, estranei alla cultura architettonica bresciana del Settecento, la villa dichiara in questo senso non senza ostentazione il riferimento al contesto socio-culturale cui la famiglia ambiva appartenere Villa Mazzucchelli sorge nel 1735 per opera di Federico Mazzucchelli come ampliamento di una prima Villa Maggi-Paratico, risalente al Cinquecento e identificabile con l’attuale cortile rustico orientale e la mole turriforme. Un’iscrizione incisa sulla porta d’ingresso alla villa fissa abbastanza precisamente al 1741 l’inizio dell’impresa, al 1747 l’abitabilità della dimora e al 1753 la conclusione del cantiere. Il corpo principale della villa ha una pianta a “U” i cui bracci laterali, più bassi, si prolungano sino alla strada pubblica anteriore sulla quale affacciano con testate caratterizzate da frontoni triangolari. L’ala orientale salda all’edificio principale la proprietà ex Maggi Paratico di cui si diceva poc’anzi. Le irregolarità di pianta denunciano infatti la ristrutturazione e regolarizzazione dell’ala orientale del cortile, eseguita al fine di assicurare uniformità e simmetria a quello d’onore. I corpi di fabbrica organizzati attorno ai due cortili a destra della villa, invece, furono costruiti più tardi. La Villa è l’unica di quelle bresciane ad essere dotata di un pronao (che da sul cortile e non sul parco). Le sue colonne di monoblocchi di marmo orientale provengono da un edificio della Brescia romana, usate poi per la costruzione della Chiesa di San Pietro del Dom e recuperate nel XVII secolo dal Mazzucchelli quando è stato eretto l’attuale Duomo. Il corpo residenziale di villa Mazzucchelli è un blocco parallelepipedo con una facciata di circa quaranta metri. Il salone è coperto da una cupola su pennacchi invisibile dall’esterno, dove la centralità dell’edificio è segnata solo dall’emergenza della lanterna ottagonale. Attorno a questo ambiente si dispongono per ripartizione geometrica tutti gli altri: due grandi saloni rettangolari trasversali comunicanti con il centro e salette più piccole, le più interne di proporzioni quadrate, quelle sugli angoli rettangolari. Piccoli ambienti ricavati tra le salette quadrate e i bracci della crociera sono occupati da vestiboli e scale segrete (in facciata) e da guardaroba e camerini (verso la facciata posteriore). Poiché la crociera è a tutt’altezza, la villa risulta divisa in due ali, il cui collegamento è reso possibile al piano superiore da balconate collocate nelle due controfacciate. In alzato si sovrappongono tre piani . Un seminterrato emerge sopra la quota di calpestio del cortile come una fascia a intonacatura liscia, ma forse originariamente a bugnato, in cui erano sistemati gli ambienti di servizio. Un cordolo marcapiano, che percorre l’intero edificio, lo separa da un piano nobile di tredici campate: le otto sui lati con finestre a timpani triangolari e segmentali, le cinque centrali – quattro finestre separate dal portale – con timpani alternati, ma in origine probabilmente tutti triangolari. Un mezzanino superiore, riservato agli stanzini, anziché finestre ha portefinestre incorniciate da mostre più semplici, tutte prive di timpano, ma delle quali le laterali sono dotate di balconcini mistilinei con parapetti in ferro battuto. L’elemento caratterizzante della facciata anteriore è il pronao, l’unica parte della fabbrica denotata da un ordine architettonico compiutamente espresso. La loggia si eleva sopra un basamento ed è strutturata da sei colonne con capitelli ionici montate su altissimi piedistalli, ed è protetta negli intercolunni da balaustrate marmoree. I sostegni dell’ordine sono decisamente corti e ciononostante essi sono impiegati come un ordine gigante, così che il pronao possa mascherare due piani, il nobile e il mezzanino, e il timpano di coronamento, entro il quale era in origine lo stemma dei Mazzuchelli, riesca a emergere sopra la linea di gronda. Ai vertici del timpano sono collocate tre statue in marmo: Minerva, Apollo e Diana. La facciata posteriore è più sobria e del pronao anteriore conserva solo il profilo del timpano, internamente decorato con monocromi – sfera armillare, cannocchiale, squadra, compasso; persino le portefinestre e le finestre sono prive di qualsiasi incorniciatura. Una scala a doppia rampa, staccata dal muro di fondo per consentire l’accesso alla sotto-crociera, permette il collegamento tra il salone interno e il giardino. elementi “palladiani” rappresentati dall’impianto centralizzato e dal pronao, sono stati diverse volti assunti come elementi di attribuzione dell’opera all’architetto veneziano Giorgio Massari. Di rilievo, nel corpo centrale della Villa sono gli affreschi degli artisti bresciani Pietro Scalvini e Francesco Savani che rimangono a tutt’oggi uno degli esempi più importanti della pittura settecentesca del territorio bresciano. Sul versante più propriamente iconografi- co che essi costituiscono un vero e proprio unicum, dovuto all’alto magistero del conte Mazzuchelli, cui dobbiamo ricondurre senz’ombra di dubbio il complesso programma che si dipana sui quattro soffitti della sua villa. L’ala Est della Villa (ex villa Maggi Paratico) si sviluppa attorno ad un cortile interno con edifici su tutti i lati dello stesso, per una superficie complessiva di ca. 2000mq. Le strutture murarie sono state ristrutturate nel ’94 con opere di consolidamento delle strutture di fondazione, delle volte, dei solai e del tetto, mentre le finiture sono allo stato grezzo. L’ala Ovest si sviluppa invece attorno a due cortili, di cui uno presenta un accesso diretto sulla principale via Matteotti. Gli ambienti di quest’ala si estendono principalmente su due livelli e sono caratterizzati da spazi molto ampi ed estesi, attualmente adibiti ad aree museali/espositive. I locali di questa area comprendono anche un teatro da 150 posti a sedere e la chiesa privata (Chiesa di Santa Cristina), costituita da un’unica navata con un altare centrale e due piccoli locali adiacenti alla zona dell’altare che danno accesso alla sagrestia. A completamento della proprietà si estende per ca. 55.000mq il maestoso parco all’italiana caratterizzato dalla presenza di una notevole varietà di specie arboree anche di grandi dimensioni, tra cui un cedro del Libano di più di 200 anni. In definitiva la Villa si presenta in uno stato di conservazione ottimale, caratterizzata da elementi e finiture di pregio e di rilevanza storica ed è dotata di ogni comfort (riscaldamento, antifurto, video sorveglianza, connessione internet wi-fi, cancelli automatici, filodiffusione). Nel complesso si contano: – 14 Camere da letto (10 al piano superiore, 4 piano primo) – 23 Bagni (6 piano superiore, 7 piano primo, 4 piano terra, 6 ala occidentale) – 3 Cucine (2 piano primo, 1 ala occidentale)

 

 

La Fondazione Giacomini Meo Fiorot, con sede a Ciliverghe di Mazzano (BS), si è costituita nel 1996.

Riconosciuta nello stesso anno dalla Regione Lombardia (19 gennaio 1996 n. 6/8105), ha lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e ambientale del Museo della Moda e del Costume, del Museo del Vino e del Cavatappi e della Casa Museo Giammaria Mazzucchelli, le tre realtà museali comunemente denominate Musei Mazzucchelli. La Fondazione è intitolata ai suoi fondatori Piero Giacomini (Conegliano Veneto, 1935), industriale biochimico e Franca Meo (Treviso, 1939 – Brescia, 1999), poetessa e scrittrice.

Nel 2006 si è arricchita di un corposo lascito di Dino Fiorot (Treviso, 1919), professore emerito di Filosofia Politica dell’Università di Padova e Carmen Meo (Treviso, 1925), psicopedagoga, scrittrice ed esperta in creatività infantile.

 

Casa Museo Giammaria Mazzucchelli

Recentemente aperta al pubblico, la Casa Museo, intitolata al noto letterato del Settecento, è oggi visitabile attraverso un percorso lungo il quale si possono ammirare arredi e oggetti d’epoca nell’originaria collocazione e affreschi di Francesco Savani che conducono con narrazioni pittoriche nel mondo della cultura settecentesca.

 

Museo della Moda e del Costume

Nelle sale delle antiche scuderie è ubicato il Museo della Moda e del Costume che ospita la collezione, ormai riferimento culturale del settore, costituita da circa 5000 pezzi databili tra l’inizio del Settecento e la nascita dell’alta moda nel Novecento. Attraverso abiti, accessori, monili, abbigliamento infantile e biancheria per la casa, viene documentata l’evoluzione del “gusto” in età moderna, anche attraverso una ricca raccolta di stampe antiche, cartoline e foto storiche.

 

Museo del Vino e del Cavatappi

I Musei ospitano, negli ambienti della barchessa occidentale, il Museo del Vino e del Cavatappi che raccoglie una delle più eclettiche e vaste collezioni di cavatappi d’epoca (oltre 2.300 pezzi) di taste vin e la prima collezione al mondo di wine stopper.

Tra le sezioni del museo segnaliamo: La coltura della vite, La vinificazione, La degustazione e il consumo del vino.